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Nel mio lavoro voglio rappresentare l’enigma dell’esistenza, il senso dell’agire umano colti nell’attimo in cui l’intenzionalità dell’azione (con il suo carico di desiderio, di progettualità) si scontra con il determinismo delle leggi della natura che la concretizzano, la definiscono e la vincolano. Nel rapporto imponderabile tra lo spazio di libertà e consapevolezza impresso al gesto del dripping e il risultato della goccia che si determina sulla tela si rappresenta l’enigma nello spazio e nel tempo. L’intuizione del profondo non-senso che la vita nasconde in questo rapporto di forze è qualcosa che, nel silenzio impotente del logos - nell’accezione di Wittgenstein - si può cogliere solo in una pittura allusiva e "illogica" in bilico tra la rappresentazione del fascino multiforme, irreplicabile dell’esistenza, e il vuoto, lo sgomento, il nulla, il suo sorprendente non-senso. Per allontanarmi dalle trappole della logica della forma mi avvalgo di colori forti e contrastanti, che a tratti risaltano e alludono all’emozione e a tratti si spengono, si smorzano, forme sfuggenti e impredittibili, percorsi senza meta, tratti compiuti e altri incompiuti al di fuori della tela... verso sottrazione, rarefazione, sintesi...
 
In un momento storico nel quale la cultura dell’immagine, del realismo e iperrealismo è molto forte, sento necessario ritrovare "la casa dell’essere" nel segno allusivo, e soprattutto nel sovvertimento di ogni schema di riferimento. Quando le mie opere provocano in chi le osserva un senso di straniamento, di vuoto credo che abbiano raggiunto il loro più autentico obiettivo. Destrutturare la costruzione del mondo che ci facciamo e il senso che gli diamo attraverso immagini e forme note, per cercare nel vuoto che si crea la vera essenza del nostro esistere. Il quadro nel quadro si innesta nella rappresentazione come ricerca della chiave dell’enigma, di una via d’uscita, attraverso il sovrapporsi dei piani dell’esistenza ognuno dei quali, all’infinito sembra porsi come soluzione ultima, che non arriva mai. Infine quindi c'è solo l’enigma, un disperato e affascinato non-senso il cui significato è chiuso in se stesso nei rapporti paradossali tra forma e colore, tra pieno e vuoto, tra volontà e ostacolo, tra conoscenza e mistero.
 
Le sculture
 
Le sculture contengono ciò che il quadro non può contenere, la trasparenza, lo sguardo che va oltre, ma è filtrato dall’opera (dunque affine al taglio, ma ben diverso dal taglio). La realtà si coglie fisicamente e metaforicamente attraverso il piano dell’arte. Poiché tendiamo a vedere quello che ci aspettiamo di vedere, la trasparenza delle sculture vuole spingere a vedere altro, a una lettura diversa dell’esperienza, anche qui una destrutturazione dello schema di forme e colori noto per ricostruire una visione nuova della realtà.